Alla guida del Renault Captur Plug-in Hybrid: testiamo il crossover E-Tech

Abbiamo provato per due settimane il nuovo crossover ibrido plug-in del marchio francese, sfruttando appieno le sue doti di city cruiser.

Alla guida del Renault Captur Plug-in Hybrid: testiamo il crossover E-Tech
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Con 1,5 milioni di unità vendute, di cui ben 162 mila vendute in Italia, Captur torna in modalità silenziosa e green grazie all'upgrade alla piattaforma ibrida prevista nella massiccia campagna di elettrificazione messa in atto dal gruppo francese guidato da Luca de Meo.
Il compact SUV, best seller nel nostro paese dal 2013, dopo la presentazione al Salone di Bruxelles 2020 è finalmente disponibile nelle concessionarie in versione E-Tech Plug-In Hybrid.
Captur E-Tech Plug-in Hybrid è un "urban cruiser" particolarmente efficace in grado di offrire consumi veramente contenuti, un elevato comfort di guida e tanta tecnologia.
L'abbiamo provato per 15 giorni in modo da poter sfruttare al meglio il powertrain ibrido e le sue doti da perfetta daily car. Ci avrà convinto?

Design

Rispetto alle versioni benzina, ibride (non plug-in) e GPL non troviamo alcuna differenza estetica, le linee sono tese e muscolose mentreil family feeling col resto della gamma è facilmente rintracciabile in alcuni vistosi dettagli come i caratteristici gruppi ottici full LED frontali "a baffo" e l'inconfondibile calandra frontale.
Le dimensioni, rispetto alla Captur di prima generazione, sono aumentate per soddisfare le esigenze della clientela odierna toccando quota 4,23 metri in lunghezza mentre la larghezza arriva a 2 metri, ideale quindi anche per box piuttosto piccoli. Il B SUV francese conta su un bagagliaio da 379 litri, un po' più piccolo delle concorrenti ma tuttavia utilizzabile comodamente, anche se il doppio fondo è adibito all'alloggio dei cavi di ricarica e kit di emergenza.
Gli interni rispetto al passato ricevono un'iniezione difreschezza e tecnologia, mantenendo comunque lo stile Renault tanto amato dai propri utenti.
Nel nostro primo contatto abbiamo testato l'allestimento Intens, il più economico disponibile per la motorizzazione Plug-in Hybrid, ma è già disponibile l'allestimento Initiale Paris, più ricco e ricercato, mentre la casa francese ha confermato che è in arrivo una terza versione ancora più economica e accessibile.

La strumentazione abbandona completamente l'analogico del passato e offre un grande schermo da ben 10,2 pollici che mostra informazioni precise e ben leggibili, il display verticale dell'infotainment Easy Link invece ha un sistema ben studiato e fluido (anche se non privo di qualche fastidioso bug o freeze randomico), si integra con Apple CarPlay e Android Auto perfettamente ma al momento non esiste, sfortunatamente, un'opzione wireless link.
Particolare e di grande effetto il tunnel centrale su due piani con ripiano di carica wireless per smartphone, anche se avremmo preferito questo al piano rialzato per una questione di comodità. Chiudono poi il reparto tecnologico della plancia due porte USB, un ingresso AUX e una presa accendisigari 12V.

I sedili dell'allestimento Intens sono in misto pelle e tessuto a maglia larga, ben curati e comodi, la panca posteriore invece poggia su delle slitte (soluzione che abbiamo apprezzato davvero tanto) per poter offrire spazio extra ai passeggeri posteriori.
Gli assemblaggi ci sono sembrati più che ottimi, nessuno scricchiolio ha interrotto il silenzio tipico della modalità elettrica, tuttavia le plastiche del cruscotto e delle portiere non sono di qualità eccelsa, nota stonata in un complesso che però funziona a meraviglia.

Come si guida

La novità più interessante di Captur si nasconde sotto al cofano: troviamo un sistema ibrido composto da un propulsore 1.6 aspirato a benzina in grado erogare 91 CV accoppiato a due motori elettrici, uno "maestro" da 67 CV che gestisce la trazione elettrica mentre il secondo da 34 CV è uno starter che lavora come sincronizzatore avviando il motore termico e portandolo a regime. Grazie a questo sistema ingegnoso il piccolo SUV predilige sempre la spinta elettrica, vera protagonista di questa vettura, ma in caso di necessità il propulsore a benzina giunge in aiuto per fornire ulteriore spinta o ricaricare la batteria da 9,8 kWh.
Durante le due settimane di prova abbiamo avuto modo di provare il SUV compatto francese su vari percorsi e siamo convinti che il suo elemento sia la giungla urbana.
La batteria permette infatti, partendo da una carica del 100%, di percorrere facilmente nel traffico cittadino tra i 45 e i 50 km in modalità EV (Full Electric), la coppia del motore elettrico garantisce un ripresa fulminea oltre a fornire uno spunto da fermi davvero niente male.
Purtroppo l'autostrada è un po' il suo tallone d'Achille, a velocità di codice è difficile superare i 35 km di autonomia in elettrico e quando subentra l'unità termica i consumi si attestano intorno ai 14,7 km/l.

Complessivamente però non possiamo lamentarci, su circa 700 km di prova complessiva, facendo un tragitto totale casa-ufficio-casa di circa 20 km con qualche tragitto in autostrada, il consumo globale (ricaricando la batteria alla sera) si è fermato a 0,6 km/l ovvero quasi 200 km/l.
Renault Captur è dotata poi di 3 modalità di guida impostabili sia via Easy Link che attraverso il selettore a tastiera sul cruscotto.
In modalità Pure l'auto viaggerà Full Electric, in modalità Sport invece avremo a disposizione sempre i 160 CV (sommati) della vettura oltre a un irrigidimento del volante e a un pedal response più reattivo.
Infine troviamo la modalità My-Sense di default. Il setup privilegia il motore elettrico, sfruttando il termico solo nelle situazioni di maggior sforzo o di ricarica della batteria ma avremo anche a disposizione una funzione chiamata E-Save, utile per poter mantenere la riserva di ricarica (minimo 40%) per passare alla guida EV quando lo si preferisce.

Da ammirare il grande lavoro fatto per amplificare il comfort a 360 gradi. Il setup delle sospensioni permette una guida "sul velluto", l'assorbimento delle asperità è totale mentre l'ottima altezza da terra permette anche di poter osare in situazioni in cui una normale compatta cittadina avrebbe difficoltà, come la guida su percorsi sterrati e accidentati.
Questo ovviamente si ripercuote sulle doti dinamiche della vettura che non brilla certo per sportività, dato l'elevato rollio e gli accentuati trasferimenti di carico, ma non è comunque una delle peculiarità per cui questa vettura viene scelta dall'utente finale.

Perché sì, perché no

Per tirare le somme la nuova Renault Captur Plug-in Hybrid entra di prepotenza nel mercato elettrico, forte del know how acquisito dal gruppo francese in anni di studio sui powertrain elettrificati.
Agli occhi si presenta come un prodotto ben pensato, con una linea particolarmente attraente, moderna e soprattutto riconoscibile.
È possibile ricaricare la batteria collegandola alla rete in 3-5 ore, a seconda del tipo di presa, mentre quando la batteria supera la soglia di mantenimento (circa 20%) l'auto inizia a funzionare come una tradizionale E-Tech Full Hybrid, sfruttando tutti i vantaggi di questa tipologia.
La versione Intens da noi provata, con gli optional inclusi, è a listino con un prezzo di 37.000 euro ma volendo rinunciare a qualcosina si partirebbe da un prezzo di 32.950 euro - a cui vanno sottratti i 4000 euro di ecoincentivi, il possibile Ecobonus di rottamazione e vari bonus cittadini/regionali.
Si arriverebbe quindi a un'ipotetica soglia di 29-30.000 euro, cifra interessante per una Plug-in Hybrid che come abbiamo visto offre già molto in dotazione standard e spendendo qualche centinaia di euro in più è possibile portarsi in garage una vettura ricca di tecnologia e fornita anche di ADAS di secondo livello, come la frenata d'emergenza automatica, l'assistente al cambio corsia con intervento attivo sullo sterzo e monitoraggio dell'angolo cieco.

Tuttavia, quando si superano certe cifre è lecito chiedersi se il gioco valga la candela. Tolti gli indubbi vantaggi di dimenticare (o quasi) il volto del benzinaio, Captur ha ancora bisogno di qualche ritocco prima di essere considerata completamente matura per questo mercato.
Il motore termico per esempio è parecchio brusco quando subentra all'elettrico, la trasmissione senza frizione a quattro marce, nonostante sia un trovata davvero particolare e poco comune, è un po' indecisa in cambiata e spesso porta il motore a regimi alti prima di passare alla marcia successiva, mentre l'assetto estremamente confortevole penalizza davvero molto la dinamicità di un'auto che comunque, grazie all'elettrico, ha coppia da vendere quando si pigia sul pedale destro.