Dalla laurea a Ginevra: chi è Roberto Sonza, designer della Microletta

Un giovane designer italiano è passato dalla laurea al Salone di Ginevra in pochi mesi: chi è Roberto Sonza, talento tutto nostrano.

Dalla laurea a Ginevra: chi è Roberto Sonza, designer della Microletta
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Mentre scriviamo questo articolo, l'Italia sta affrontando una particolare emergenza, così come buona parte del resto del mondo: quella legata al Coronavirus. Un'emergenza che sta tenendo chiusi i cinema, almeno al nord, i teatri, i musei, che sta rimandando partite di Serie A e sta cancellando importanti eventi internazionali come il Mobile World Congress di Barcellona e il Salone di Ginevra 2020, che in questa sezione ovviamente ci riguarda direttamente.
Nonostante avessimo i bagagli pronti, il Salone svizzero è stato annullato all'ultimo secondo utile, a tre giorni dall'apertura stampa, che sarebbe avvenuta il 2 marzo. Come noi, ad avere la valigia già chiusa vi era Roberto Sonza, un giovane designer italiano che a Ginevra avrebbe portato - con non poco orgoglio - la sua prima creazione nel settore della micro-mobilità: lo scooter a tre ruote Microletta. 22 anni, una laurea in Transportation Design allo IAAD di Torino, Roberto è un talento italiano ora in forze all'estero, dallo scorso settembre infatti lavora per Micro Mobility Systems, a Küsnacht, vicino a Zurigo, in Svizzera. Un'azienda che dopo il progetto di laurea lo ha assunto senza batter ciglio, la cui festa di Ginevra è soltanto rimandata...

Dalla laurea a Ginevra

"Andare al Salone con un concept creato da zero, sviluppato in meno di un anno, sarebbe stata un'emozione forte per me. Considerando il punto da dove sono partito, da studente, non mi sarei mai aspettato di raggiungere tale opportunità in così poco tempo. Ovviamente devo ringraziare il team di Micro Mobility che ha creduto in me e nel progetto sin dall'inizio. Vedere la Microletta partire da un mio sketch per poi finire al Salone automobilistico più importante del mondo è certamente una soddisfazione che non ha prezzo, enorme." Un traguardo rovinato dall'emergenza Coronavirus ma che potrebbe in ogni caso trasformarsi in un successo commerciale.

Ma com'è nato tutto esattamente? "Il progetto Microletta è nato dalla volontà di identificare un veicolo che fosse a metà strada tra la microcar Microlino e il monopattino, le due categorie di prodotto di cui Micro Mobility si occupa principalmente. In particolare, dopo aver analizzato il mercato esistente, l'idea è stata di creare un veicolo che garantisse la sicurezza di uno scooter a tre ruote, ma che allo stesso tempo fosse leggero e versatile come un due ruote classico. Crediamo fortemente che il veicolo si collochi in un segmento ancora poco esplorato, in quanto i modelli esistenti puntano molto alla potenza, attraverso veicoli molto massicci, una linea di pensiero opposta alla nostra. La nostra filosofia si è basata fin dall'inizio sulla creazione di un veicolo versatile, simpatico visivamente e unico all'interno di questo mondo."

"L'aspetto moderno, amichevole ma allo stesso tempo retrò è il punto chiave della MIcroletta. Con la Microlino la linea di partenza è stata quella di creare un 'family feeling', abbiamo ripreso parte del suo fascino vintage anche per creare un legame tra i due prodotti. Tuttavia è stata forte l'intenzione, come detto prima, di creare un veicolo che fosse totalmente nuovo sul mercato". Da un progetto di tesi di laurea all'assunzione nel giro di pochi mesi, come si lavora in Svizzera? "All'interno di Micro Mobility c'è un ambiente molto professionale ma allo stesso tempo gradevole, un luogo ideale in cui lavorare. Il confronto è sempre aperto, spontaneo, tutti i processi decisionali sono molto veloci ed efficienti. Ho trovato davvero impressionante la velocità con cui mi hanno inserito all'interno di progetti importanti, nei miei confronti hanno avuto un'immediata fiducia, anche grazie alla tesi universitaria che ho sviluppato con loro. Poi la location è eccezionale, a pochi passi da Zurigo, lavorare in un ambiente del genere rende tutto più piacevole."

Un mondo micro

Microlino e Microletta rappresentano una dichiarazione d'intenti precisa: il mondo si sta sempre più spostando sull'elettricità e sul bisogno di mezzi agili e smart. Come si sta preparando allo switch elettrico un'azienda come Micro Mobility? "Parliamo certamente di un'azienda preparata, che vuole avere un ruolo da protagonista nel nuovo mercato, anche grazie ai suoi monopattini elettrici. A Ginevra saremmo andati con Microlino, Microletta e tre modelli di monopattino, il nostro stand avrebbe dato un'idea chiara di ciò che vogliamo per il futuro sostenibile."

A proposito di elettricità, come cambia il design di un veicolo elettrico rispetto a uno termico? "A livello universitario ho affrontato diversi progetti, sia di natura tradizionale che elettrica. Per quanto riguarda i secondi, per me è fondamentale trasmettere il concetto di elettricità anche dal punto di vista visivo. Texture, grafiche, superfici, colori, oggi i veicoli elettrici possono parlare un linguaggio comune e comunicare subito la loro natura green; devono parlare un linguaggio assolutamente comune, anche se poi ogni modello deve possedere una propria identità, un'interpretazione originale e personale."

Siamo pronti allo switch?

Sempre pensando al nuovo mercato elettrico, pur avendo fatto diversi passi in avanti l'Italia sembra essere ancora indietro rispetto ad altre realtà europee. Quali differenze noti con il resto del vecchio continente? "In Svizzera, complice anche una migliore situazione economica, c'è una maggiore consapevolezza sulla mobilità elettrica, su uno stile di vita sano e rispettoso dell'ambiente. Tutto questo sicuramente avvantaggia lo sviluppo e la diffusione dei mezzi a zero emissioni, dai monopattini alle automobili. Guardando poi alla sola micro-mobilità, credo fortemente nel suo sviluppo, sono mezzi funzionali rispetto alle reali esigenze delle persone, soprattutto se consideriamo durata e lunghezza dei viaggi medi o a quanti passeggeri viaggiano all'interno di un'auto, sempre in media. È anche vero che a volte il prezzo dei nuovi veicoli può essere scoraggiante, anche per questo l'intento di Micro Mobility è rendere i suoi mezzi accessibili a chiunque, senza rinunciare a qualità e affidabilità - che ovviamente hanno un costo. Sono però convinto che con il tempo i prezzi andranno progressivamente ad abbassarsi."

È davvero rincuorante vedere un ragazzo così giovane raggiungere importanti traguardi con estrema velocità, in Italia sarebbe stato tutto diverso, più difficile? "Sono stato davvero fortunato ad aver collaborato con Micro Mobility per la tesi di laurea, per essere assunto subito dopo. In Italia avrei certamente faticato maggiormente a entrare nel mondo del lavoro, molti miei compagni di corso, molto talentosi, hanno cercato molto più a lungo un impiego, alcuni lo stanno ancora cercando. Nel nostro Paese il processo di assunzione è molto più complesso, spesso lento e insicuro. Se meritevole, un giovane laureato dovrebbe essere valorizzato senza grandi dubbi, abbiamo bisogno di fiducia, di responsabilità. Difficile inserirsi a dovere in una realtà andando avanti a stage di 6 mesi che potrebbero non essere rinnovati. Allo stesso tempo però ritengo che sia giusto, da parte di noi giovani, partire per nuove mete, avere la capacità di adattarsi a qualcosa di nuovo per costruire le basi del nostro futuro."